26 febbraio 2017

2017: Petrolio in rialzo? Come andranno le cose

L'Opec ha annunciato che nel 2017 diminuirà la produzione del petrolio, quali saranno le conseguenze?



23 febbraio 2017

Brexit! o Brexit? Cosa potrebbe cambiare nel Commercio Internazionale Britannico.

Nel video parlo della manifestazione di volontà da parte dei cittadini britannici di uscire dell'Unione Europea e le eventuali conseguenze che potrebbero esserci nell'ambito del Commercio Internazionale.






22 febbraio 2017

Video Intervista del Il Faro 24 sulla situazione economica dell’Abruzzo


Nuove collaborazioni

E' iniziata da pochi giorni una nuova collaborazione, nell'ambito formativo, con uno dei maggiori gruppi distributivi italiani, leader nel calzaturiero, abbigliamento e sport, la Globo.
Obiettivo?!
Riposizionare i punti vendita attraverso la centralità del cliente!
E' sempre un piacere per me, collaborare con gli Stor Manager delle aziende per raggiungere nuovi obiettivi aziendali.
Voglio fare un ringraziamento particolare alla Profili Aziendali e al Dott. Pingiotti per la fiducia accordatami, per il supporto professionale e per questa nuova opportunità lavorativa.

20 febbraio 2017

Eventi internazionali che andranno ad influire il 2017

Nel video vengo elencati alcuni degli Eventi Internazionali che andranno ad influire il Commercio in questo 2017. 



15 febbraio 2017

Kosher e Halal, da prescrizioni religiose a certificazioni


Kosher è l’insieme delle regole religiose, derivanti dal Talmund, testo sacro dell’ebraismo, che regolamenta l’alimentazione del popolo ebraico ed oggi attraverso una certificazione, si può identificare il prodotto kosher da tutto il resto.
Kosher significa adatto, ovvero conforme ai dettami religiosi, dividendo gli alimenti puri, quelli kosher, da quelli impuri, tutti gli altri. Affinché un prodotto possa essere ritenuto kosher non deve derivare dalla mescolanza tra latte e carne, le carni devono provenire da ruminanti dallo zoccolo fesso, quali mucche, capre, pecore, latte e formaggi di provenienza di animali kosher, sono permessi inoltre animali provvisti di pinne e squame, come la trota, il salmone, il tonno, il merluzzo, le acciughe, la sogliola, la cernia, la platessa, assolutamente vietati gli OGM, aromi artificiali, coloranti e conservanti. Naturalmente questo elenco non è esaustivo, ma solo indicativo .
Invece, il significato del termine Halal è “lecito”, in contrapposizione ad haram, ovvero “illecito”. Nel Corano, non ci sono elenchi di ciò che è permesso o non permesso, in quanto tutto ciò che è offerto dalla Provvidenza di Dio è lecito, halal, all’uomo. Tanto l’Islam quanto l’ebraismo, prescrivono che gli animali siano macellati senza stordimento, nel pieno rispetto di alcune regole, affinché la carne sia considerata commestibile.
Per il rito islamico è fondamentale che gli animali siano in salute e che in attesa della macellazione siano trattati accuratamente. L’uccisione deve essere effettuata da un iman in ambiente dedicato o in ambienti non utilizzati per macellazione non halal o comunque, opportunamente sanificati e con utensili destinati unicamente al rito della macellazione islamica.
Nell’ebraismo la macellazione sarà effettuata da un rabbino competente, con un solo taglio alla gola, eseguito con un coltello affilatissimo e senza imperfezioni sulla lama, in modo di provocarne immediatamente il decesso e il completo dissanguamento.

La gestione

Entrambe le procedure non sono facilmente gestibili, possono sorgere problematiche a livello di packaging, logistico, di distribuzione, pertanto sono solo le certificazioni, rilasciate da rabbini e da iman a garantire il consumatore religioso o laico.
Il consumo di Kosher e di Halal cresce a ritmi costanti. La crescita media annua si aggira intorno al 12%, conquistando fette di mercato anche tra i non fedeli, i quali riconoscono in entrambe le procedure, cibi di alta qualità.
In Europa vivono 14 milioni di musulmani e in tutto il mondo, incluso Israele, vivono 14 milioni di ebrei.
Secondo Stefano Hamid di Halal Italia nel 62% dei casi i cibi certificati da rabbini e imam sono scelti per la loro qualità, sono più salutari per il 51% dei clienti e più sicuri per il 34%. A dimostrarlo il moltiplicarsi delle macellerie che praticano la macellazione rituale, gli scaffali dedicati in alcuni supermercati e le imprese che aprono negozi certificati su web. Un affare da 56 miliardi di euro l’anno solo in Europa.

Articolo pubblicato su innovazionecambiamento.it

08 febbraio 2017

L’ITALIAN SOUNDING NELL’AGROALIMENTARE

Dagli inizi degli anni 90, si è andata consolidando sulla West Coast, negli Stati Uniti,  una nuova classe sociale costituita da ricchi provenienti dall’Estremo Oriente, per lo più dalla Cina, che sintetizzavano il loro status con la seguente  frase, “Vesto francese, guido tedesco e mangio italiano”.
Il nostro patrimonio agroalimentare è unico al mondo, sia per qualità che  per assortimento e la cultura gastronomica italiana è apprezzata dai consumatori di molti paesi. Ne consegue che all’interno di questo business si è sviluppato un mercato parallelo che utilizza nomi, immagini, disegni e modi di dire italiani o italianeggianti, per identificare prodotti che evocano l’Italia, soprattutto nel settore agroalimentare, ma realizzati effettivamente in altre parti del mondo,  facendo leva sulla superficialità di un consumatore distratto o a volte sprovveduto.
Risultati immagini per italian soundingQuesto fenomeno è conosciuto come “Italian Sounding”. Ovviamente si tratta di una colossale truffa perpetrata ai danni dell’industria alimentare italiana, a cui  sottrae in modo illegittimo, grosse quote di mercato.

Negli USA producono il Parmesan, in Brasile si consuma il Parmesao e in Argentina il Regianito, prodotti che ovviamente nulla hanno a che fare con le produzioni originali. Personalmente ho bevuto durante una cena a New York un vino “Don Vito”, anche il cattivo gusto incombe, prodotto in California, pagato se non ricordo male $30 la bottiglia. Era un rosatello dal gusto indefinito, tendente all’acidulo, ma la cosa comica, anzi tragica è che i commensali americani commentavano la bontà di quel vino, credo in parte perché non conoscano il  vino e proprio per lo stesso motivo, sono fortemente condizionati dall’equazione, è italiano, o almeno sembra tale, quindi è buono!