La
qualità dei prodotti, era, una volta, un valore aggiunto. Insomma
c’era anche spazio per prodotti che non fossero di qualità.
Oggi
la qualità è la variabile più importante nella vendita dei
prodotti, specie per quelli alimentari. La qualità può essere
certificata in vari modi. Ci sono prodotti che godono di una qualità
intrinseca, per cui basta il nome ed una buona attività di Marketing
ad attestare la qualità. Tuttavia ciò non sempre è sufficiente,
per cui gli importatori di ogni Paese richiedono ai propri fornitori
determinati certificazioni che variano in funzione della tipologia di
prodotto e della normativa vigente.
Oggi è imprescindibile l’uso
delle ISO 9001, anche perché un'organizzazione che sceglie di
adottare un sistema di gestione per la qualità ISO 9001 è in grado
di differenziarsi dalla concorrenza non qualificata e accrescere la
propria visibilità e competitività, assicurando un maggiore
orientamento di tutte le funzioni verso il risultato finale e una
maggiore attenzione al cliente interno ed esterno. Vi sono alcuni
standard come il BRC, Britisch Retail Consortium e l’IFS
International Food Standard, che rappresentano i principali strumenti
operativi, a livello internazionale, utilizzati dai soggetti che
operano nella GDO della filiera agroalimentare. Essi permettono agli
attori della filiera di selezionare, qualificare e monitorare i
propri fornitori, riducendo i costi e garantendo un maggiore livello
di sicurezza per i clienti e i consumatori. BRC e IFS sono stati
sviluppati dalle Associazioni di categoria di cui fanno parte i
maggiori “retailer” europei per favorire una adeguata selezione
dei fornitori nella GDO in base alle loro capacità di fornire
prodotti sicuri e di qualità, conformi non solo alle specifiche
contrattuali ma anche ai requisiti di legge che regolano il settore.
I requisiti previsti da entrambi gli strumenti operativi si coniugano
perfettamente con i requisiti dei Sistemi di Gestione per la Qualità
– che fa riferimento alla norma UNI EN ISO 9001:2008 e la
metodologia HACCP - Hazard analysis and critical control points –
sistema che fa riferimento alla sicurezza igienico-sanitaria nei
prodotti.
Vi sono altre certificazioni, per così dire, di natura
religiosa, quali il Kosher e l’Halal. Il Kosher è l’insieme
delle regole religiose che dominano la nutrizione del popolo ebraico
osservante, essa significa conforme alla legge, adatto, consentito.
Le leggi dell’alimentazione ebraica (kasherut) derivano dalla
Bibbia, e sono dettagliate nel Talmund (uno dei testi sacri
dell’ebraismo) che, insieme ad altri codici delle tradizioni
ebraiche, è considerato trasmissione della Torah. Mentre l’Halal
(lecito) si contrappone a quello di Haram (illecito), è il termine
che nel Corano identifica alimenti e bevande che un musulmano non può
assolutamente consumare. I prodotti con la certificazione Halal sono
considerati leciti in quanto garantiscono sull’origine di ogni
singolo ingrediente/componente e sulla filiera di produzione del
prodotto che viene acquistato ed utilizzato, garantendone l’aderenza
alle prescrizioni religiose.
Le Certificazioni sono diventate
fondamentali, non solo perché garantiscono il consumatore della
bontà del prodotto, ma anche perché contribuiscono l’accesso a
nuovi mercati internazionali in cui non si può prescindere dalle
Certificazioni.
Franco
Tempesta