Le PMI continuano a sgomitare per penetrare
i mercati saturi dei paesi occidentali senza accorgersi che in realtà spingono
verso il burrone un’auto in discesa. Il
paragone forse è forte, ma tanto è! Lo sforzo quotidiano è quello di carpire informazioni
dai competitors per sapere quale sarà la
prossima fiera di “quel” concorrente o in quale paese sta costituendo una nuova
forza di vendita, ecc., lasciando uscire dal proprio campo visivo il fatto che
i mercati industrializzati sono semplicemente saturi.
Pensate ad un prodotto, le scarpe, per
esempio. Bene, il mercato delle scarpe in quel determinato paese è saturo.
Allora facciamo un altro esempio, non so, mobili per ufficio. No, anche il
mercato di questo settore è saturo! Insomma i Paesi Comunitari, il Giappone e
l’area Nafta ( Canada, USA e Messico) sono mercati saturi, come l’Italia o per
molti versi ancora più saturi del nostro Paese.
Allora che facciamo, non si esporta più?
Certamente si! Ma bisogna farlo “cum
grano salis”, ovvero bisogna
studiare i mercati e capire quali sono quelli che presentano un trend positivo
per la nostra offerta.
La domanda dunque è questa. Dove andare?
Come andare e con quale prodotto andare?.
La risposta potrebbe essere: bisognerebbe fare una costosa ricerca di
mercato e questa potrebbe essere una risposta sensata, ma non è l’unica .
Sapete per esempio che senza muovervi dal
Vs ufficio queste domande potrebbero trovare risposta.? L’ISTAT ha un link dal
quale individuare quali sono state le vendite effettuate dal nostro Paese verso
il mercato di Vs interesse negli ultimi 5 anni. In questo modo potrete individuare
un trend e decidere facilmente se quel
paese può essere interessante per il Vs prodotto. Ma naturalmente non solo i
trend sono importanti, ci sono altre variabili importantissime. Per esempio in
quel paese che abbiamo appena individuato può essere cambiato il momento
congiunturale e le banche italiane non confermano il credito, cosa che si traduce
in un maggior rischio al momento di riscuotere. Ma nonostante il rischio
politico o il rischio commerciale, quel paese appena individuato con problemi
di pagamento può comunque essere appetibile se sappiamo gestire il risk management o usare i prodotti SACE.
Quanto detto nelle righe precedenti sembra
una selva di contraddizioni, ma questa è la realtà con la quale debbono
confrontarsi le PMI.
I
mercati esteri sono sicuramente una grande occasione, a patto che si conoscano
gli strumenti con cui gestire i rapporti con i clienti d’oltremare.
La nostra società ha organizzato un Master perExport Manager accessibile a imprenditori, managers, diplomati,
studenti universitari ecc. il cui
accesso non è vincolato a nessuna conoscenza di base, ed è diretto a formare del personale in grado
di gestire le contraddizioni che possono sorgere nelle vendite internazionali.
L’Export Manager è una delle figure manageriali chiavi nell’attività aziendale e negli
ultimi anni questa figura ha acquisito una importanza maggiore, potremmo dire
strategica rispetto agli altri ruoli aziendali.
Vi invito a visitare la nostra Home Page e leggere il post “MASTER IN EXPORT MANAGER”, troverai tutte le informazioni necessarie per approfondire
l’argomento e, se lo desideri, iscriverti al corso.
Vi invito, inoltre, a lasciare commenti e suggerimenti a questo articolo. La discussione favorisce la crescita.
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Dott. Franco Tempesta